autunno

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mercoledì 26 agosto 2015

sol-leone (in fadiesis)

non toccare la. (in tono maggiore perchè se aumenta il tono so c. amari)

Scrivere di cosa-, ecco a chi piace scrivere- in realtà non esistono argomenti privilegiati – se non le proprie passioni,  che potrebbero essere trasferite su foglio, ma poi diventa un discorso personalistico o solo per gli appassionati allora scrivere comunque, ma di  idee vaganti che diventano pensieri più o meno importanti nel mentre tutto è fluido…come adesso che mi passa per la testa di raccontare la  storia di quel tale che era talmente paziente che a forza di aspettare…  poi è morto.
Quindi c’è un limite, se si vuole vivere. L’equilibrio, la volontà, la pazienza: la giusta misura delle cose rimanda alla saggezza, termine poco avvezzo al potere, o meglio l’essere saggio non paga, in un mondo dove si vive al secondo, e dove la lungimiranza è un pericolo.
Edulcorare la realtà è uno stratagemma del nostro cervello per autoconvincerci che vivendo nel cogliere l’attimo ci sia un appagamento, ma non può e non deve avvenire a tutti i costi,  perchè  tanto non sposta nulla; (della serie : chi prima non pensa, all’ultimo sospira)  perché nel cogliere l’attimo non si ha il tempo di riflettere  – fa notte, fa giorno; ed arriva un altro 27. Ottimo.
Gli stessi meccanismi che ci inducono a vivere al secondo sono sponsorizzati da chi è abituato a riflettere troppo. Anche riflettere troppo provoca  danni.  Specialmente a coloro che sono senza occupazione.  Ad esempio in Italia riflettono troppo i tribunali nell’emettere le sentenze , i politici nel fare quelle poche leggi che abbiano un senso e siano efficaci e abolire quella  miriade di norme spesso contradditorie fatte per far riflettere bene gli stessi  tribunali prima di emettere le sentenze, mentre la politica e la magistratura litigano par capire chi comanda di più, (in realtà è una mossa per far arrivare prima il  famoso 27);  i sindacati a riflettere  se è il caso che Marchionne venga proclamato beato, l’Europa a riflettere se in Africa convenga o meno bloccare il virus Ebola, ecc.ecc.
Riflettono troppo perché hanno troppa pazienza, (fa notte- fa giorno, arriva un altro 27), solo che a morire è il senso stesso della civiltà e della dignità umana, di tutti gli altri che fa notte e fa giorno ma lo stipendio non c’è.
Quella sensazione di nullità, che ognuno di noi ha provato di fronte ad un’evidente perdita di tempo, nel cercare di risolvere un problema inesistente,  creato ad hoc per favorire determinati meccanismi balordi, bene: quello è morte della civiltà. (EMBLEMATICO IL CASO AMIANTO EX PASTIFICIO D’ALESSANDRO)
Adesso mi sposto, anche perché stare troppo vicino all’amianto fa male.
Mi domando se leggere  condizioni i miei pensieri a tal punto da annullare il mio io, prevalendo le opinioni di colui che dice, o anche  tace, nelle pagine avvolgenti di un saggio di filosofia, interessante come la bagna cauda nei giorni di solleone.
Anche perché i filosofi argomentano tenendo conto del proprio io, ma l’io del mondo è talmente variegato che a latitudini diverse le opinioni convergono non per la bontà dell’idea, ma per la convenienza del momento, spesso anche per la fame.
Come venirne a capo : se un essere umano fosse lasciato libero, senza condizionamenti, senza falsi bisogni, senza illusioni, senza paradigmi, riuscirebbe a vivere?
Ci sarebbe una volontà ad andare avanti?  Ci sarebbe una possibilità di raziocinio? Ci sarebbe uguaglianza? La filosofia è bella se tutti fossimo allo stesso livello, ma così combinati è più affascinante la guerra.

E’ possibile un mondo migliore, io ci credo; ma purtroppo la bagna cauda non mi piace, figuriamoci col solleone!!! 

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