autunno

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sabato 14 novembre 2015

POESIEDIDOMENICA (O) MIMMO

avro' avuto sei o sette anni. al vicinato, alla costa, c'era una signora anziana, ultranovantenne nel 1970, quindi nata più o meno intorno al 1880... (non ricordo il nome : era la nonna di nuccio pacchiarotto) mi recitava una poesia, che oggi assume un significato quasi profetico alla luce degli eventi, ma che in realtà vuol dire soltanto che nella sua storia l'uomo è stato è, e sarà una volta incudine, l'altra martello. con questo non giustifico la violenza di questa mattanza nè  crudeltà alcuna, ma  sperimento nella natura dell'uomo la guerra, che combattuta nelle varie declinazioni, è causa e conseguenza del suo essere imperfetto.


per ciò che mi ricordo, la poesia recitava così:


NU JURNU MI PARTII E JIVI IN FRANCIA
NDRU LU GIARDINU DI LA SUIA ECCELLENZA
C'ERA NA QUAGLIARELLA MANZA MANZA
CU L'OCCHI MI FACIA LA RIVIRENZA

NO MI FA TANTI DISPETTI
CA VENI LU JURNU CHI TI LI RICATTU

AMA DORMI TUTTI DUI A NU LETTU
E TI RENNU LI DISPETTI CHI ME FATTU.




se nel mondo non si colmeranno le diseguaglianze, non ci potrà essere convivenza.
l'occidente, a causa degli errori commessi in passato, oggi è vittima dello stesso male che ha esportato, e che in maniera mascherata esporta ancora oggi.

grazie.

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