autunno

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venerdì 6 novembre 2015

RACCONTO BREVE DI SABATO: CONSAPEVOLEZZA

Che ci fosse da dire tanto, troppo; era scontato. Ma che ne avessi voglia, non proprio.
 Allora muto. Con riserva di parlare dopo, se eventualmente il  livello di sopportazione fosse stato saturato.

Ciò non accadde, e tutto si concluse come al solito, con un nulla di fatto.



Le giornate trascorrevano tra la noia e la speranza di una fidanzata nuova.

Quella che avevo mi aveva rotto. Troppo perbene.
Nonostante le raccomandazioni di mia madre che diceva di non farmela scappare, una così.

Una così cosa!

Cosa ne sa mia madre della mia fidanzata. Di come io desidero sia. Di quello che cerco in una donna.

Le madri vedono quello che vogliono vedere, magari  rispecchiando il loro tempo andato, vestendolo dell’adesso; ma non è la taglia giusta.

La maggior parte delle ragazze  di oggi mostrano solo il lato bello, truccato, pettinato, ipocrita: l’altro non lo immagini neppure.

Poche quelle oneste, senza doppi fini, che stanno con te per come sei, che ti dicono tutto.


Opportuniste e vendicative, queste le ultime tre mie fidanzate.  
Molto carine, quello di sicuro, ma solo d’aspetto.


Quando a 19 anni iniziai a farmi la domanda, che probabilmente ero attratto  da questo tipo di ragazze perché sono incline allo scontro con l’altro sesso, e la lotta è tanto più gratificante quanto più è bastarda la donna con la quale hai a che fare, che iniziai a star bene con me stesso;
nella consapevolezza che quella dopo dovesse essere peggio della precedente.

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