autunno

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mercoledì 30 dicembre 2015

RACCONTO BREVE DI FINE ANNO (federico è il protagonista della "ragazza disegnata" non mio figlio)

con l'augurio che ognuno possa ottenere nel nuovo anno ciò che desidera, però solo in modo onesto. 






...apparentemente uguale a se stesso il rinnovarsi di uno stato d'animo che ogni fine anno manifestava la sua intenzione nel tracciare un bilancio di riepilogo rispetto ai  buoni propositi iniziali, e che puntualmente doveva segnare un punteggio a favore delle lacune accumulate nel prosieguo, per la voglia di sperimentare nuove emozioni, nel provare a fare qualcosa di diverso; tale da condurre Federico alla conclusione che per il prossimo anno sarebbe stato inutile fare dei pronostici, tanto di sicuro sarebbero stati disattesi.

non si procurava però quel conflitto interiore, perchè in realtà era questo quello che lui voleva, cioè vivere nella massima libertà, decidendo giorno per giorno il suo percorso da fare, in base agli incontri, le situazioni, gli umori del momento.

una filosofia tutto sommato condivisibile, consona alle nuove generazioni, ma che per una persona   già con una famiglia, agli occhi dei più, poteva sembrare una forzatura.

anche perchè il contesto del paesino dava humus alle fantastiche dicerie secondo le quali il Federico aveva trovato un tesoro nel terreno di proprietà, trasferitogli dal padre; che gli consentiva di non lavorare tanto e di fare comunque una bella vita.

ma come fa la la gente ad inventare e perchè -  del lavoro e della vita di ognuno, e della condizione soggettiva del "star bene" Federico non l'aveva mai capito.

(lo stare bene collettivo riguarda solo la salute, sono le ambizioni non raggiungibili che creano in ognuno i conflitti e i malcontenti, perchè ho conosciuto gente che stava bene non possedendo nulla, e gente che pur avendo tutto stava malissimo; quindi il darsi obiettivi alla portata è la vera felicità.)


il tesoro lo aveva trovato certamente in se stesso, facendo quello che la sua coscienza gli dettava, nel giusto; non tradendo la fiducia di nessuno, aiutando gli altri, infischiandosene delle opinioni e i pettegolezzi dettati più per invidia che per il gusto di conoscere la verità; avendo creato nel tempo quelle tutele per se e per la sua famiglia che gli consentivano di stare tranquillo, amando il posto in cui aveva deciso di vivere, con quel poco che il lavoro riusciva a dargli; - o con quel molto che se fosse servito davvero era capace onestamente di ottenere.



mimmo sola da "la ragazza disegnata"

martedì 29 dicembre 2015

POESIE DI FINE ANNO (ANNO-VERATE)






Passano le auto ognuna verso casa
di chi guida

arriveranno prima o poi
se non si sbaglia  strada
che a volte devia
diventa più insicura

o meglio sconosciuta 

allungandosi i tratti del percorso
stanca il pensiero
del tempo imprecisato
per la meta

 quando

altre luci abbagliandoti di fronte
di chi conduce nell’opposto senso

anche che la sua è diversa

arrivando tutti prima o dopo
per direzioni opposte  
nella propria terra

anche sbagliando strada
li*  traduce




mimmo sola 29 gennaio 2015  (* anche lì)

giovedì 24 dicembre 2015

AUGURIO (poesiedidomenica (o) mimmo)





planando scalzo strisciai i piedi a terra 
rovinai su campi di sogni uguali
chiedendomi giammai chi fossi

 fino a quando

tempo che scalda in un Natale antico
ci ritrovammo come giusto 

 insieme

lontani dal patto del per sempre 
che da solo incalza
 quando la barba imbianca e non la neve
che il mondo cambia anche di acqua e vento

 nevicherà ad agosto

ma se insieme ancora planeremo scalzi
la vita ci avrà dato grano e pace
non soltanto ansie e mutamenti 

se pensando alla fortuna di esser vivo
rimani in silenzio e guardi

 chi non ce la fa a planare scalzo 
mancando suolo dove poter strisciare

costretto sempre solo 

semmai

     a volare.   

mercoledì 23 dicembre 2015

NATALE CON BARBA

NO - perchè mi sono fermato un attimo... siccome a Natale bisogna essere buoni, io mi faccio crescere la barba. qualcuno dirà :" ma cosa significa? cosa centra? e perchè cosa centra nel tutto l'opinione di un singolo o la sua barba, o quella di babbo Natale; se poi tutto il resto è una proiezione delle paure di ognuno, nel vivere il quotidiano in un continuo stato di ansia da prestazione bellica, mentre i terroristi orientali diventati oramai cittadini europei decidono ognuno per se quando agire, mescolati alla folla che in questi periodi va a fare gli acquisti, ed i nostri illustri strateghi statisti, cavalcando le paure della gente, bombardano la Siria;  mentre il nemico è a casa nostra! -( provocando centinaia di vittime innocenti...)

amici io mi faccio crescere la barba in segno di protesta verso mia moglie (non le piaccio con la barba) e verso tutti coloro che fanno finta di non capire che il nemico inventato ad arte è solo uno stratagemma, affinchè il potere non illuminato continui a fare i propri sporchi interessi.


che questo Natale possa risvegliare in ognuno di noi quel minimo di coscienza e di senso critico, che ci faccia dire basta a questa visione losca del mondo.

auguri dalla terra dei cachi


domenica 13 dicembre 2015

S'ANNOTTA CANZONE

qui sotto il link per ascoltare il brano inedito "S'ANNOTTA" da una poesia di Antonio De Luca e musica di Mimmo Sola. Doveva partecipare al concorso NOTESTROFEDELNATALE 2015 ma per una indisposizione dell'interprete non sarà in gara.  buon ascolto e... BUON NATALE!!!

ci saremo comunque ERICK ED IO con un altro inedito. grazie per la collaborazione.



https://www.dropbox.com/s/2n275f5vue6xel9/S%27ANNOTTA%20CANZONE%202.mp3?dl=0




POESIE DI DOMENICA (O) MIMMO : 9.000 ALLE dieci e cinque




Espressi desideri 
stelle cadenti di giorno

nascoste dalla luce
pensando ad altro

nell'esaudire i miei

misi pane in tasca

andai

oggi mi ritrovo
stelle cadute 

pane ancora in tasca

amici che non pensi
darti nei consensi
un po di sè,

e piansi:

il desiderio 
è forse il pane in tasca

l'amico che ti stima,

il resto è solo vita
 che di contorno
lima  




grazie a tutti

martedì 8 dicembre 2015

PERCORRENDOTI (testo canzone) da mimmo sola "MIGRANTI"




Percorrendoti ti cerco mare sconfinato e profondo
Che troppo basso fondale non nascondi il cielo
Scendo e abissi di freddo mi attraversano
Nella notte vergine ancora di luna pallida
poche stelle piano ti hanno amato e  inseguono
Onde di luce riflettendo il lucido
Non mi spaventano ma rispetto e immagino
Il tuo fluttuare adesso nel mio intimo
E mi ricordo di giornate tiepide
quando bambino che giocavo al limite
e mi chiedevo perché è così inutile
quando una barca affonda e genti affogano
nella ricerca di una riva comoda
farsi un’idea che tutto sia poi facile

STESSA ACQUA CHE DISSETA E’ COSI AMARA
SE L’ONDA CHE ATTRAVERSI E’ COSI’ TORBIDA
SE IL BLU CHE TI APPARTIENE E’ COSI’ AVARO
SE IL SUONO DEL TUO PIANO E’ COSI’ GELIDO

Alba di speranze mai sopite aspetto e prego quel tuo stesso dio
mentre uno scoglio di colore chiaro si frappone fra te e il mare aperto
che senza barca hai scelto di arrivare nella stessa acqua fredda mi hai trovato
percorrendoti adesso l’ho imparato che la vita è un cercare sconfinato


STESSA ACQUA CHE DISSETA…

sabato 5 dicembre 2015

POESIE DI DOMENICA (O) MIMMO





Non sarà mai tardi fermo il tempo
dico ecco ricomincio da qui
mi giro vedo il vuoto
davanti una strada
troppo facile arrendersi
costa  ma a credito lo compro
percorro le distanze
sembra ieri è già domani
libero lo sguardo e vedo oltre
credendoci cammino
stanco l’orizzonte si avvicina
valico un’idea di me sbagliata e fragile
riprendo il mio coraggio e vinco il mondo
ricomincio ritrovando il bello
che ho dato tanto e lo rivoglio
anche in prestito  mi basta
per un momento tutto mio
che aspetta


venerdì 4 dicembre 2015

RACCONTI BREVI DI SABATO tratto da "FUTURO A PIACERE" + colonna sonora "PSICHE"

…notte impermeabile, di giacimenti liquidi e luci in movimento, sopraggiunge quando non ti accorgi che alle tre sei ancora a scrivere di cose altre, chiedendoti come mai il tempo che trascorre ti è amico, non ti chiede spiegazioni e ti accompagna fluido e malinconico verso un’alba uguale, se ascoltando un pianoforte sogni ad occhi aperti e ogni tanto ridi di te stesso, per gli errori del giorno prima, di scuse non troppo vere, a sottrarti da un mondo che pur appartenendoti non ti esalta, non ti convince anzi a volte ti spaventa.
Forte del tuo io convinto, che più di tanto non puoi dare, nell’affrontare un sogno tardo ad arrivare, sperando in un mondo giusto, privo di menzogne ed ipocrisie, coagulo di speranze e scene mute, arrampicato su un monte senza cima, senza corde a trattenerti mentre cadi, senza ali che vuoi imparare a volare, senza freni che vuoi provare a scivolare, con le mani giunte nell’atto di pregare e ti ritrovi solo, nel pensare.
Ciò che hai avuto è già abbastanza, ma sempre poco da donare, mostrando la sua faccia migliore e sempre uguale, perché la vita è ciò che senti non ciò che è, e ti perdi, e sono già quasi le quattro.

Versi di animali strani a quell’ora nel silenzio sembrano dei sibili lontani ma li hai accanto, vorresti capirne il significato nel comunicare cosa, forse caos;  a  volte silenzio ma programmato da chi, che tutt’un tratto smettono di colpo tutti insieme, senza guardarsi negli occhi; a distanza sanno che è il momento di tacere all’unisono.
A differenza dell’uomo che anche quando arriva il momento del silenzio, prova invece ad ululare, come se quell’urlo sempre più forte possa invertire il senso delle cose  già conclamate, che notte impermeabile oramai a tutto, lascerebbe anche passare - non  impregnandosi però:  di  quell’ inutile gridare.



mimmo sola da “futuro a piacere”


giovedì 3 dicembre 2015

DELLA SERIE "FUTURO A PIACERE"

                                              SI CHIAMA FUTURO, MA E' FEMMINA.

DELLA SERIE “ FUTURO A PIACERE”

Se doveva esserci un tempo per la resa dei conti, è arrivato. La difficoltà nello spiegare a mio figlio del perché da un benessere diffuso fino ai primi anni del duemila, si è andati piano piano verso la decadenza, ne è l’evidenza.
Gli squilibri di una società malata di arrivismo, a discapito del merito, della produttività, del giusto; nel valorizzare più il contenitore che i contenuti, hanno alimentato un substrato marcio alla base, che ha fatto crollare quella illusione (ERA ORA!) che tutto ciò che è  costruito sul nulla possa durare molto.
Vivere e programmare l’effimero, le bugie, l’edonismo degli anni ottanta, dove la generazione prima della nostra si è formata e diventata classe dirigente, sta mostrando il suo frutto del medio termine: un pugno di sabbia tra le mani, per le generazioni odierne. Si è pensato (in generale) a creare enti inutili, doppioni di strutture inutili,  dirigenti inutili, stipendifici inutili, dove attingere momentanee tranquillità inutili, per costruire futuro nero per i nativi post “solo piacere e carni abbindatizzi”. Ecco di cosa sono capaci gli uomini, con la loro intelligenza e lungimiranza.
Le cose e le iniziative buone che avevamo, lasciate lì a perire; tante nostre maestranze  non valorizzate per le loro idee ed il loro saper fare cercare spazi altrove, distratte da un profitto immediato che ha annebbiato la vista; i nostri  talenti  emergenti  fare la gioia di qualche azienda del nord, le risorse impiegate a pagare dirigenti edonisticamente inutili che non hanno saputo dirigere, le idee che potevano fare economia per il nostro territorio lasciate ad altri… i nostri giovani spalle al muro. La scusa è: non c’è lavoro.  Ma Il lavoro lo si crea con la forza dell’idea e la fattività. Partendo da quello che di buono abbiamo, replicabile.
Io sono un fesso. La notte di Natale illustrerò, (oltre ai segreti dell’occhiatura come promesso tempo addietro) in  videoconferenza su skipe,  due o tre progetti che potrebbero ancora adesso, con tutte le difficoltà del momento, creare occupazione ed economia nel nostro territorio, al di fuori dell’assistenzialismo edonistico perdente sul medio termine. La domanda è: ci si crede?  La risposta sarà: Si è disposti a cacciare fuori gli attributi? Parlo del mio paese signori, (niente di personale contro chicchessia del resto  sono rimasto quindi ho scelto con chi avere a che fare!), ma quando penso che in altri posti del mondo chi ha saputo guardare lontano ( il concerto idea- popolo-amministratori illuminati) ha creato benessere per sè e per gli altri, partendo da una condizione molto più svantaggiata della nostra, che mi rendo conto del fallimento della formula pseudovincente che compiacersi nell’immediato, per farsi ognuno gli affari propri producendo poco o nulla di tangibile, porti vantaggi. E’ la sostanza che ha un valore economico e non certo il nulla. La mia rabbia è che ancora oggi esistono tentativi per creare economia basata sul niente.
E attenzione: non è solo la politica che deve fare il mea culpa, quando dà l’indirizzo sbagliato, ma ognuno di noi; perché mentre la politica quantomeno ha raggiunto il suo scopo, vivendo di consensi, noi viviamo grazie alle nostre idee vincenti che riusciamo a far sposare alla politica; ed ognuno di noi deve fare il mea culpa quando ad esempio spreca tempo prezioso ancora oggi a commentare in piazza se è vero o no che i soldi del dopo sisma sono arrivati dopo che su fb qualcuno ha sollevato il problema.
Ma per favore! Andiamo tutti a lavorare che è meglio. Qualsiasi lavoro che produca un futuro migliore sfruttando risorse vere, non inventate ad arte per accontentare l’inutile; e siccome come mia convinzione è sempre di più il da fare rispetto alle persone disposte a fare, adesso  basta con queste ipocrisie; perché in troppi siamo veramente stanchi, quando fingiamo di non capire.