autunno

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martedì 26 aprile 2016

PASSIONI RECIDIVE

6 febbraio 1970. mia cugina Valeria, oggi a miglior vita, regalò al figlio di suo zio (quindi a me), per il suo compleanno, un piccolo strumento, lunghezza circa 30 cm, con dei tasti bianchi e neri, con un meccanismo a martelletto che emulava il funzionamento di un vero pianoforte e che, per quello che all'epoca mi sembrò, fosse anche ben intonato e funzionante.
con l'auspicio che il figlio di suo zio potesse, così come suo padre ( cioè il padre del figlio di suo zio, mio padre;) suonare un qualche strumento.

la curiosità di un bambino di tre anni era tanta nello scoprire il funzionamento di quello strumento.
i tasti bianchi e neri li aveva visti già su di un altro aggeggio che produceva musica, quando suo padre allargava e stringeva la fisarmonica, e le sue dita pigiavano un po' l'uno un po' l'altro, creando melodia.
il desiderio di aprire il piccolo strumento, per verificare il meccanismo per il quale pigiando i tasti si produceva il suono, era più forte dello stupore dei presenti, increduli nell'udire un bambino di tre anni che riusciva a ripetere tutte le melodie che padre e cugina gli anticipavano sulla tastiera.

- "ad un certo punto la paura mi prese, quando un capannello di persone, amici, coetanei, vicini di casa, accorsero per assistere al fenomeno.
non capivo. mi sentivo male. perchè un'attitudine per me normale, innata, doveva  provocare un tale accorrere di persone, doveva suscitare entusiasmo, commenti, lacrime...
avere un qualcosa di diverso, la sensibilità per l'armonia, a soli tre anni capire e suonare una melodia senza conoscere una sola nota musicale, questo doveva creare sconcerto nei più...  

a me creava solo fastidio il non riuscire a spiegare che l'anomalia non ero io, ma tutti gli altri che mi osservavano stupiti e increduli."


negli anni ho coltivato la passione per la musica, e ho cercato di farla amare ai miei figli.

ho un video di Federico, che ancora nel box, incapace di stare in piedi, tenendosi aggrappato si dondola a tempo di musica e "canta" a modo suo, mentre ascolta insieme a suo padre Paolo Conte...


abbiamo quasi ultimato la fase di registrazione del primo CD di ERICK. tutta suonata dal vero, come espressamente richiesto dall'autore (il nipote dello zio di mia cigina Valeria) e che trova daccordissimo suo padre; senza  nessun arteficio digitale.

perchè, e qui vado al punto: con le tecnologie di oggi è facile fare una canzone, basta scaricare da internet uno "standard" e metterci su quattro parole; ma suonare musica (anche senza conoscere il pentagramma) quando questa viene da dentro, -credetemi-  è un altro mondo... è come un viaggio, quando anche durante il percorso un imprevisto ti dà un'emozione, un'esperienza nuova, quando decidi di lasciare sul CD anche l'imperfezione, umana,  tua, vera, che ti appartiene; e non ti ostini a volerla correggere a tutti i costi con un arteficio, che mira a creare falso sconcerto nei più per come sei stato perfetto ma non cambia la sostanza delle cose...



"non c'è regalo più grande per un padre quando la sua passione continua nel desiderio realizzato da un figlio.  grazie FEDE, continua così..."


prima dell'estate uscirà il CD, mi raccomando: non fateci prendere paure...


GRAZIE

mimmo sola



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