autunno

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sabato 18 giugno 2016

A COSA SERVE (CHI TI GIOVA)

"Perchè non scrivi più assiduamente come prima sul blog, è successo qualcosa?"

E cosa volete che succeda di più, nella terra dei cachi; sto vivendo una crisi da sovraesposizione di "succeditudine" che quel po' di neuroni che ho, si rifiutano di fare una sintesi di giudizio, nell'esprimere un'opinione sensata, sul vivere quotidiano che sta rappresentando (e mai come in questo tempo) la pochezza e la sciatteria nei costumi italici e/o europei, quando esponenti politici e/o personaggi pubblici che godono di visibilità, parlano tanto per o meglio per farsi gli affari loro, non rendendosi conto che stuzzicando l'istinto primordiale umano, si alimenta quell'odio innato verso il diverso, per mancanza di conoscenza; che quindi invece di essere compreso viene condannato.

il migrante, il gay, il povero, e' diverso da cosa: è la cultura o la condizione diversa e non l'uomo, è la nostra intelligenza diversa, che viene umiliata o sopravvalutata ogni qualvolta una persona si sente legittimata a credersi superiore, solo perchè ha avuto la fortuna di crescere in un paese "libero" (ma qui potremmo aprire un'altra discussione), in confini sicuri.


oggi ascoltavo in radio un sociologo affermare che la percezione delle nuove generazioni, nei confronti del diverso, è certamente meno impregnata di pregiudizio rispetto alle generazioni più vecchie.

verissimo.

il motivo è certamente intrinseco nel sentimento dei giovani nel sentirsi cittadini del mondo,  liberi quindi da schemi e confini mentali, che fanno si che la frontiera sia solo una linea disegnata su di una cartina per motivi politici, non certo per scopi divisori.

ecco che io credo che le generazioni future, per forza di cose, scardineranno questo modo di pensare odierno, e continuando nella logica dei grandi, (m.l. king, gandhi, papa francesco ecc.) sposteranno i confini degli stati nei confini della mente, che essendo appunto sconfinata quanto più è aperta, condurranno l'uomo ad una convivenza creativa, dove la differenza dovrà essere solo momento di crescita, nello scambio culturale tra i diversi modi di intendere questo nostro tempo finito, sul pianeta terra.

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