autunno

autunno

giovedì 22 giugno 2017

io penso, dunque scrivo.

vorrei raccontarvi una storia. che è vera fino ad un certo punto, e falsa fino ad un certo punto. quindi la verità non sta in chi la sa, ma in chi ne parla.

io parlo poco in pubblico, ma scrivo molto in privato.

e' vero. francesco fuma troppo. anche carcaiolo fumava troppo. però è morto. a 91 anni, ma è morto lo stesso.

lui dice che tanto fuma lo stesso, o compra di rado, o compra spesso.
farà più o meno viaggi.

io farei però una legge, che invece di punire però il superamento della quantità minima per l'uso personale, considererei il saldo a fine anno, che per un fumatore incallito (a patto che non rompa i coglioni) potrebbe anche essere flessibile. in questo caso per carcaiolo ci vuole una legge a parte.


il 1990 mi recavo a napoli per lavoro con un grande vecchio saggio, una persona per bene, che non rompeva i coglioni a nessuno, una persona intelligentissima, aveva una sua filosofia, così come me, così come  Francesco.

durante il viaggio si parlava tanto, lui conosceva fatti e misfatti di tutte le famiglie di mormanno.
una cronaca. mai un giudizio.  ma ti facevi un'idea della falsità degli uomini.

ma questo non centra con quello che voglio dire. ma adesso ve lo dico anzi, ve lo scrivo.


c'era, a santa anastasia, un negozio dove si vendeva di tutto. cose interessanti, cose un po' meno.
io mi fermavo a prendere una stecca di sigarette di contrabbando, che costavano meno della metà rispetto al tabacchino normale. lo so, direte - eh ma non si può fare! contemporaneamente che state dicendo questo, sono entrati degli altri e (alti) clienti, che hanno comprato decine e decine di stecche di sigarette ciascuno, ed anche altro; eh - direte- ma non si può fare!


io dico che se si fa, vuol dire che si può fare.


alla domanda che io ponevo al vecchio saggio del perchè di tutto questo, lui mi rispondeva che a napoli tutte le mattine gravitano 400.000 persone, che devono pur vivere di qualcosa.

nel frattempo andiamo ad ercolano, dove sotto una cattedrale, c'era un deposito di scarpe usate delle forze armate (ma praticamente nuove), che venivano movimentate con la pala del muletto.


alla vista di tutte quelle scarpe, io dico che non è possibile uno spreco simile! il vecchio saggio mi dice: in realtà non è uno spreco; è un'opportunità per me, che riesco a comprare le scarpe a 1000 lire al paio, e a rivenderle a 5000 lire a chi non ha la possibilità di spenderne 20.000.

intanto un americano passando esclamava:" ah, italiani..." ma non so cosa volesse dire.


nei paraggi c'era anche un deposito di alimentari, sempre delle forze armate; dove vedevo caricare però mezzi civili. mi diceva il vecchio saggio che erano dei ristoratori. i migliori di napoli.
ma non so cosa volesse dire.


ma erano altri tempi, mi direte; quello che mi dice sempre mio figlio, quando gli riesce difficile comprendere il mio dire - io credo invece che i tempi siano sempre gli stessi, cambia solo il metodo per aggirare l'ostacolo.


non vado oltre, tanto a prenderla nel culo è l'italia tutta.



al ritorno, mi fermano i carabinieri e mi fanno un verbale di 60.000 lire, perchè non funzionava una lampadina dello stop.


migliore


In un rosso riposi il giorno
frontiera curva 
lentamente 
luci si accesero in cielo
fioche dapprima 
senza luna 
né l'altra 
notte tiepida di giugno
alienarmi vorrei
pensandomi migliore

Walter Ego







sabato 3 giugno 2017

poesie di domenica(o) poesie dell'Ego

corrono  sentieri polverosi e aridi 
in direzioni a volte incongruenti
 scarpe di cartone incamminate
perdute genti attraversano il confine

dietro il deserto piano desolato 
di qua deserto solitario pianto


piovono troppe paure indifferenza 
 mondi che han scordato la partenza
 quando in molti erano a cercare
quel suolo amico nel farsi calpestare


solo chi è nato libero non sa
che prezzo alto ha la nostra età


beato colui che spera nel domani
lontano da miserie e turbamenti
 cercando nella strada polverosa
 un mondo di speranze 
 piogge amiche




Walter Ego